Perchè Cjastinârs?

Gli abitanti di Muris sono universalmente conosciuti nelle altre frazioni del comune di Ragogna come “i Cjastinârs”: castagni. 
E’ un appellativo che ci portiamo dentro, qualcosa che gelosamente ci appartiene.
Negli anni ’40 del 1900 risulta esserci stata una vera e propria « cultura e passione » per quell’albero che ha caratterizzato la storia di Ragogna e di Muris: il castagno appunto, «albero del pane, alimento dei poveri».
Da alcune fonti pare che già i Romani ne diffusero la coltivazione fino alle Alpi e all’Europa Centrale, e i selvicoltori locali strutturarono i loro terreni in foreste di alto fusto; da queste si ricavavano le castagne che costituivano un alimento importante per le popolazioni locali da ottobre a gennaio.
Nel tempo però si registrarono anche i segni di una malattia distruttiva e di abusi da parte della popolazione, così che le autorità comunali di Ragogna, con l’articolo 17 degli Statuti del 1422, e con l’articolo 8 del 1535, stabilirono una multa pecuniaria per quanti tagliassero castagni senza l’autorizzazione da parte delle autorità.
Un’inversione di tendenza si registrò nel corso del Novecento, in particolare tra il 1943 e il 1960 si assistette ad un progressivo diradamento di quest’albero nei boschi.
Una ragione era data dal fatto che la castagna era stata sostituita da altri alimenti e non costituiva più un bisogno vitale, secondariamente i soldati tedeschi avevano fatto ampio uso dei tronchi di castagno per puntellare gallerie e rifugi durante la guerra, senza dimenticare poi che il suo legno veniva ampiamente usato dai falegnami per realizzare porte, finestre, mobili o per la copertura dei tetti.
La raccolta delle castagne, a quel tempo, era effettuata stando in equilibrio sull’albero e percuotendo i ricci con delle lunghe bacchette , i ricci cadevano così a terra, venivano raccolti e portati a casa, dove venivano depositati in stanze fresche.
Si estraevano dai ricci soltanto le castagne che erano di volta in volta necessarie; per mangiarle venivano arrostite, oppure fatte bollire con sale e foglie d’alloro. In quest’ultimo modo si conservavano anche fino a due o tre giorni, ed i bambini le infilavano nelle tasche per mangiarle a scuola.
L’appellativo “Cjastinârs” di Muris, dunque, nasce proprio da qui, dall’ampia diffusione di quest’albero nel monte.  compare anche un parroco, che negli anni ‘40 prese a chiamare i propri compaesani Cjastinârs di bosc: castagni di bosco.
Oggi il termine indica l’ostinazione, la tenacia, ma ironicamente anche la testardaggine degli abitanti del paese… tant’è che il presidente della banda, ripete sempre, nel ringraziare la maestra, Elisa, che «ve a ce fa cui Cjastinârs no è facil».
In nome della banda deriva dunque da qui, è stata una scelta spontanea, quasi inevitabile: il corpo bandistico di Muris non poteva chiamarsi altrimenti!